Quando Maria e Giuseppe giunsero a Betlemme erano molto stanchi e non trovarono un luogo dove riposare. Dovettero accontentarsi di una grotta nella quale c'erano degli animali, ma c'era anche tanta paglia soffice su cui coricarsi. Qualche giorno dopo, Maria diede alla luce suo figlio Gesù. Secondo l'evangelista Luca, soltanto alcuni pastori, i poveri del luogo, furono testimoni della più straordinaria delle notti. Avvisati dagli angeli, in un primo momento si impaurirono, poi si affrettarono verso Betlemme dove, dopo aver visto il bambino, iniziarono a diffondere la notizia.
La “Adorazione dei pastori” è un dipinto a olio su tela
(147x166 cm) di Lorenzo Lotto, databile al 1534 circa e conservato nella
Pinacoteca Tosio Martinengo a Brescia.
La scena è ambientata in una stalla. In primo piano Maria
adora il Bambino inginocchiata su un giaciglio di paglia contenuto nei vimini;
dietro di essa si vedono san Giuseppe in ombra e l'asinello in controluce; al
centro, scuro, il bue, mentre a destra si vedono i due pastori introdotti da
altrettanti angeli. Uno di essi tende al Bambino un agnello, che il fanciullo
tocca incuriosito allungando le braccine, con un gesto di viva quotidianità. Nessuno
però sorride, anche perché l'agnello è un evidente simbolo del sacrificio di
Cristo e della sua Passione.
I pastori hanno volti fortemente caratterizzati, uno con i
capelli a caschetto, l'altro con un avvio di canizie, entrambi con la barba e
con lineamenti che si rassomigliano, proprio come se fossero fratelli. Essi
inoltre indossano eleganti abiti cinquecenteschi al di sotto delle casacche da
pastore nei toni sgargianti del giallo e del vinaccia.
Il cielo esterno è forse notturno o forse rappresenta il
crepuscolo; in ogni caso la luce sembra emanare, in maniera soprannaturale, dal
Bambino stesso, lasciando ad esempio gli angeli e Giuseppe parzialmente in
ombra.
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